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Forbes cancella Benko: il tycoon esce dalla classifica mondiale dei miliardari

Dopo aver definito il crack di Signa "la più grande bancarotta della storia austriaca", la scure della prestigiosa rivista statunitense lo falcia dalla lista dei "billionaires"

by Redazione BQ

Forbes ha cancellato il tycoon austriaco Benko dalla lista internazionale dei miliardari: Benko alla guida di Signa (oggi in bancarotta) risultava nell’elenco stilato dalla rivista statunitense dal 2019 con un patrimonio da 5 miliardi di euro.

Dopo aver accumulato per anni una fortuna costruita su alcune delle proprietà più ambite del mondo, René Benko è uscito dalla classifica dei miliardari del mondo perché la sua azienda ha dovuto affrontare la più grande bancarotta nella storia austriaca“, scrive in un articolo riportato sulla prestigiosa rivista Klaus Fiala, direttore di Forbes Austria.

Alla fine di novembre, la Signa Holding, dopo aver fallito nel raccogliere fondi di emergenza per non affondare, ha presentato istanza di fallimento al tribunale commerciale di Vienna con dei conti in passivo che ammontavano a 5,4 miliardi di dollari (5 miliardi di euro), quasi il doppio delle attività dichiarate, pari a 2,9 miliardi di dollari.

Molti investitori immobiliari esteri, compreso Benko e la sua Holding, complice l’aumento dei tassi di interesse e l’inflazione nonché l’instabilità degli equilibri geopolitici, hanno sofferto negli ultimi mesi una pressione economica non indifferente.

Secondo la legge austriaca, la richiesta di “auto-amministrazione” dell’insolvenza di Signa Holding indica che l’azienda potrebbe essere in grado di continuare a operare se riuscisse a completare un piano di ristrutturazione e a pagare il 30% del debito in essere entro due anni. Quando e se ciò avverrà, Forbes rivaluterà il patrimonio netto di Benko.

Ma perché ciò si realizzi, Benko deve ottenere l’adesione della maggioranza dei 273 creditori di Signa. il cui debito solamente nei confronti delle banche austriache ammonterebbe a circa 2,4 miliardi di dollari.

Sempre secondo Forbes, un totale di 120 banche abbiano prestato denaro a Signa attraverso varie filiali. Julius Baer ha confermato un debito di 690 milioni di dollari da parte di un conglomerato europeo, che Bloomberg ha attribuito a Signa.

Anche le banche tedesche, tra cui Helaba e BayernLB, hanno dichiarato che la loro esposizione con Signa è a “tre cifre”.

Per quanto riguarda il patrimonio personale di Benko, per ora gli rimane almeno uno yacht valutato più di 30 milioni di dollari (circa 39 milioni di euro ma già in vendita) e una collezione d’arte che include opere di Pablo Picasso e Jean-Michel Basquiat.

Pare che il magnate abbia cercato di vendere anche parte di questa collezionenel tentativo di evitare che la sua azienda affondasse. La domanda è se riuscirà a tenere questi beni fuori dalla portata dei creditori e per quanto tempo.

E il Waltehrpark di Bolzano? L’argomento è tutt’altro che ritrito, ed è anzi comprensibile una certa preoccupazione anche da parte dell’opinione pubblica altoatesina a riguardo, dato il grado di investimento nel progetto del nuovo innovativo quartiere da più di mezzo miliardo di euro e il coinvolgimento di numerose partecipate con significativi appalti sul territorio.

Per non contare la tutela dei presenti e futuri acquirenti degli spazi lavorativi e abitativi o tutti coloro che hanno già investito in questo mastodontico progetto commerciale e immobiliare nel cuore del capoluogo.

A questo punto di conclamata crisi, appena rinominata “la più grande bancarotta nella storia dell’Austria” la domanda non è mai ripetitiva o fuori luogo e a questo proposito Heinz Peter Hager, ha più volte spiegato che l’insolvenza di Signa Holding non ha avuto alcun impatto sul progetto Waltherpark.

Rispondiamo solo ai creditori di Waltherpark spa. La Holding al crollo non è un problema diretto sul territorio altoatesino attraverso un’altra società, la Waltherpark spa“, ha continuato a dire in questi giorni il presidente di Signa Italia.

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