Come annunciato qualche giorno fa, l’ex assessore Thomas Widmann presenta la sua nuova lista “Für Südtirol mit Widmann“. La conferenza stampa, prevista per le 9 di domani mattina a Castel Mareccio, preannuncia un lancio ‘pacifico’ della nuova iniziativa elettorale, poiché come confermato dallo stesso Widmann, non si tratterebbe di “una candidatura contro“, nonostante l’esclusione dalla corsa con la Svp alle prossime elezioni provinciali, ma di “azioni politiche sagge e concrete“.
La fuoriuscita ormai confermata, con l’annuncio della corsa alle prossime provinciali con una lista propria sembra destinata tuttavia a provocare non pochi dissesti nell’assetto interno della Volkspartei, costretta a rivedere gli equilibri in vista della campagna elettorale che si giocherà entro una manciata di settimane.
Tenuto debito conto delle fratture interne e dei possibili contrasti esistenti con Kompatscher (che al momento non ha rilasciato alcuna dichiarazione in merito) non c’è da chiedersi se il distanziamento politico fosse già nell’aria da tempo, peraltro formalizzato con la diffusione di una nota pubblica da parte della segreteria del partito.
Se la strada intrapresa da Widmann poteva in realtà celare l’intenzione di una movimentazione degli animi, al fine di ricavare lo spazio necessario per la propria corrente all’interno della compagine della Stella alpina, l’ipotesi sarebbe al momento definitivamente esclusa, anche perché la possibilità di una candidatura dell’ex assessore provinciale alla sanità incontrerebbe l’ostacolo dell’ingombrante presenza dell’attuale governatore.
Definire in quel caso difficile la posizione dell‘Obmann Achammer nella potenziale situazione concorrenziale tra le due figure iconiche del partito sarebbe riduttivo, tanto che il pensiero, all’interno della compagine della maggioranza e per le diverse sensibilità che la compongono, vola già ad un futuro di possibili accordi post votazione in consiglio provinciale.
L’uscita dal gruppo consiliare della Svp, fatto consequenziale al definitivo distanziamento dal partito, escluderebbe inoltre che un suo probabile reingresso possa rientrare nei piani e probabilmente nemmeno nel progetto dello stesso Widmann, che in caso di successo elettorale potrebbe disporre fino a tre potenziali eletti.
Elemento questo che, sempre in assenza di eventuali accordi del dopo voto, rischia di mettere in serio pericolo la solidità della struttura del partito di raccolta sudtirolese. Secondo le previsioni più ottimistiche, Für Südtirol mit Widmann cela una potenziale riserva di voti che attinge per il 60 per cento dalla Svp e per un 20 per cento da chi non sarebbe andato a votare (i cosiddetti delusi dal partito) più un altro 20 per cento residuo derivante dall’ala sociale/economica.
Obiettivo: raccogliere gli scontenti del partito di maggioranza
Già lo scorso maggio, in una lunga intervista al Dolomiten, Widmann si era detto “preoccupato per il futuro del partito“, sottolineando come gran parte dell’elettorato si sentisse deluso “a seguito di diverse decisioni politiche in diversi settori“, accusando nel contempo una certa mancanza di dialettica interna che tenderebbe ad escludere eventuali portatori sani di opinioni diverse da quelle del gruppo dirigente.
Severa anche la sua opinione rispetto agli ultimi dieci anni di attività politica, durante i quali nella sostanza non si sarebbero raggiunti obiettivi validi, citando nel contempo modelli esemplari di dirigenza politica come quelli di Magnano o dell’ex governatore Luis Durnwalder.
“E’ certo che Widmann sottrarrà alcuni voti all’SVP, perché percepito come un politico attivo e competente – ha dichiarato lo stesso Durnwalder, che interpellato dalla nostra redazione, ha auspicato il raggiungimento di un (improbabile ndr) accordo prima delle elezioni “mettendo da parte le animosità personali. In caso contrario sarà necessario pensare ad una collaborazione post elettorale. Gran parte della riuscita del piano può dipendere in buona parte anche da chi prenderà il suo posto“.
E per ciò che riguarda le voci su una sua possibile candidatura in “Für Südtirol”, l’ex storico presidente della provincia ha risposto di non avere accolto tale possibilità: il profondo rapporto umano e di stima che lo lega a Widmann non contempla di fatto il rischio di creare con le proprie mani un terremoto politico all’interno del partito che per decenni ha guidato e verso il quale in ogni caso conserva una profonda lealtà.

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