Il tennista altoatesino evita il giudizio del TAS e accetta un accordo con la WADA. La sospensione sarà di tre mesi, ma il rientro è previsto per il torneo di Roma.
Colpo di scena nel caso Clostebol che ha coinvolto Jannik Sinner: il tennista azzurro ha deciso di patteggiare con la WADA (Agenzia Mondiale Antidoping), accettando una sospensione di tre mesi, evitando così il verdetto del Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) di Losanna, che avrebbe potuto infliggergli una squalifica ben più pesante.
Una scelta strategica per evitare rischi
La decisione di Sinner non implica un’ammissione di colpa: né il tennista né la WADA ritengono che ci sia stato un caso di doping intenzionale. Tuttavia, il rischio di una condanna più severa, che avrebbe potuto escluderlo dal circuito per almeno un anno, ha spinto il suo staff legale a trovare un accordo.
L’intera vicenda ruotava attorno alla responsabilità del suo team: Sinner ha fatto tutto il possibile per evitare l’errore del suo preparatore e fisioterapista? Il tribunale avrebbe potuto considerarlo in qualche modo negligente, esponendolo a una pena più severa. Il patteggiamento, quindi, è stato una scelta strategica per chiudere definitivamente la questione.
Quando scatterà la sospensione?
Non è ancora chiaro il momento esatto in cui inizieranno a decorrere i tre mesi di squalifica, ma un dettaglio appare ormai certo: Sinner sarà regolarmente in campo agli Internazionali d’Italia di Roma, in programma dal 29 aprile al 18 maggio. Un appuntamento cruciale per il numero uno italiano, che potrà così prepararsi in vista dei grandi tornei della stagione su terra, tra cui il Roland Garros.
Dopo oltre un anno di incertezze e polemiche, il caso Clostebol sembra finalmente chiuso. Ora, per Sinner, l’obiettivo è uno solo: tornare in campo e riprendere il suo percorso ai vertici del tennis mondiale.