Home Politica Schützen, “Autonomia a rischio. Inaccettabile lo scambio con accordi politici”

Schützen, “Autonomia a rischio. Inaccettabile lo scambio con accordi politici”

"Minoranze tedesca e ladina appartengono all'Austria in uno Stato nazionale straniero. L'Autonomia è una garanzia", sottolineano i tiratori sudtirolesi

by Redazione BQ

Mentre il governatore Arno Kompatscher vuole negoziare con il governo italiano e con i partiti di destra italiani la restituzione delle competenze autonome, sottratte a noi sudtirolesi dagli ultimi governi e dalla Corte Costituzionale, dal punto di vista dell’Associazione Schützen Sudtirolesi c’è l’immenso pericolo che la nostra autonomia venga manomessa e che vengano fatti accordi discutibili“.

Lo afferma il Südtiroler Schützenbund. Per l’associazione dei tiratori l’autonomia “non è una merce di scambio partitica, ma la Magna Charta per i sudtirolesi“, destinata a garantirne l’esistenza “come minoranza tedesca e ladina appartenente all’Austria in uno Stato nazionale straniero“.

Le modifiche all’autonomia devono quindi avvenire in un quadro ordinato e non sono oggetto di trattative politiche“, si legge nella stessa nota pubblicata dagli Schuetzen.

E ancora “è inaccettabile che la nostra autonomia altoatesina venga scambiata con accordi politici. Il rischio di un mercanteggiamento dubbio e altamente pericoloso è grande. Di conseguenza, la società civile altoatesina, così come è stata costituita nella Convenzione sull’autonomia, deve essere coinvolta ad ogni costo.

Non solo i partiti della destra italiana, ma anche quelli della sinistra italiana vogliono ancora una volta manomettere l’autonomia dell’Alto Adige e, come al solito, relativizzare gli elementi etnici di questa autonomia. Ovviamente, sia i partiti di destra e di sinistra italiani che i decisori sudtirolesi soffrono di una grave ignoranza della storia.

Per il Comandante provinciale Roland Seppi “il risultato è stato un ampio sostegno a favore di più competenze, più autonomia e più indipendenza e, soprattutto, la certezza che solo l’autonomia etnica avrebbe garantito la continuità del nostro gruppo etnico.

Poiché questi risultati non sono piaciuti al governo provinciale e ai suoi partner di sinistra dell’epoca, i documenti finali della convenzione sono stati messi a tacere.

A tutti coloro che oggi vogliono intervenire politicamente sulla nostra autonomia va ricordato che c’è già un chiaro voto democratico popolare e che tutti gli interessati sono chiamati ad allineare le loro politiche alla convenzione sull’autonomia oggi e non domani!”.

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