Home Economia Lavoratrici fra part-time e lavoro familiare non retribuito: presentato il 7° Rapporto

Lavoratrici fra part-time e lavoro familiare non retribuito: presentato il 7° Rapporto

Persistono la forte segregazione verticale e il “soffitto di cristallo”, che limitano l’accesso delle donne a ruoli apicali

by Redazione BQ

E’ stato presentato questa mattina (19 dicembre) in conferenza stampa il 7° Rapporto sulla situazione occupazionale presso le imprese altoatesine elaborato dall’IPL | Istituto Promozione Lavoratori, su incarico della Consigliera di parità Michela Morandini.

Per la prima volta, con il biennio 2020–2021, l’obbligo di compilazione del questionario è stato esteso con legge n. 162/2021 alle aziende con almeno 50 dipendenti, mentre fino ai bienni precedenti si prendevano in considerazione solo le aziende con almeno 100 dipendenti.

Le aziende altoatesine che hanno compilato il questionario sono state 543. Trattandosi del biennio 2020-2021, il rapporto fa riferimento al periodo pandemico e, come si evince dall’analisi, questa situazione eccezionale ha in parte influenzato anche i risultati.

I risultati del rapporto fotografano una realtà in termini di equilibrio di genere che purtroppo non è molto diversa da quella descritta nelle precedenti edizioni dello studio: le donne sono ancora svantaggiate e sottorappresentate nei ruoli apicali. Nonostante il 43,3 per cento del totale del personale sia costituito da donne, solo il 10,1 per cento dei dirigenti è infatti di sesso femminile”, ha affermato Morandini.

Persistono dunque la forte segregazione verticale e il “soffitto di cristallo”, che limitano l’accesso delle donne a ruoli apicali.

Si può affermare che il carico familiare e di cura sia ancora inteso come prerogativa femminile, come sembra dimostrare il fatto che l’83,5 per cento dei contratti a tempo indeterminato in regime di part-time è stato sottoscritto da donne. Inoltre, a usufruire del congedo di paternità o maternità sono ancora soprattutto le lavoratrici”, ha riferito la ricercatrice IPL Aline Lupa.

Oltre alla segregazione verticale, dal rapporto emerge una forte segregazione orizzontale: in alcuni settori il sesso femminile è fortemente sottorappresentato.

Per quanto riguarda la tipologia dei rapporti di lavoro, le donne si trovano più spesso ad esercitare lavori precari rispetto agli uomini: del numero complessivo dei contratti a tempo indeterminato, il 58,2 per cento riguarda gli uomini e il 41,8 per cento le donne.

Una sezione del rapporto è dedicata ai congedi di paternità e maternità. Analizzandola, è doveroso evidenziare un aumento dei padri in congedo rispetto ai bienni pre-pandemia: nel periodo 2020-2021 il 63,6 per cento delle persone in congedo erano madri e il 36,4 per cento padri contro, rispettivamente, il 92,2 per cento e il 7,8 per cento del biennio precedente.

Per la prima volta, il questionario contiene informazioni relative alle misure adottate a livello aziendale per promuovere la conciliazione tra lavoro e vita privata. Lo strumento più diffuso consiste nella flessibilità oraria, seguito dalla banca ore e dallo smart working.

Per quanto concerne gli strumenti di assistenza all’infanzia, solo il 19,3 per cento delle aziende offre questa possibilità. Parlando dello smart working, va tuttavia considerato che il biennio 2020-2021 è stato sensibilmente caratterizzato dalla pandemia Covid.

Le limitazione dei contatti durante i vari lockdown hanno fatto letteralmente esplodere il numero di dipendenti in smartworking, e in questo caso il rapporto tra i sessi è risultato relativamente equilibrato”, ha spiegato il direttore IPL Stefan Perini.

Si nota una differenza marcata solo nelle posizioni dirigenziali: la percentuale di donne che ha lavorato da casa corrisponde infatti al 13,9 per cento contro l’8,4 per cento degli uomini.

Il raffronto storico con i report precedenti (causa campioni di imprese diversi) è stato possibile solo per 77 aziende. I risultati evidenziano che i settori caratterizzati da un forte squilibrio di genere si stanno gradualmente aprendo al sesso meno rappresentato. L’auspicio dei relatori è che questa tendenza continui nei prossimi anni, portando a una riduzione della segregazione orizzontale.

I risultati del rapporto permettono di discutere sugli interventi necessari volti a promuovere le pari opportunità.

È necessario un approccio olistico che metta in sinergia tre livelli: condizioni sociali/politiche, aspetti imprenditoriali e un modello familiare caratterizzato dalla suddivisione dei ruoli. Uno strumento importante per l’Alto Adige è il Piano d’azione per la parità di genere commissionato dal Servizio donna della Provincia e dalla Commissione provinciale per le pari opportunità per le donne, elaborato secondo un processo partecipativo e presentato a settembre 2023. Il Piano mira, infatti, a questo obiettivo e contiene misure adatte allo scopo” ha concluso la Consigliera di parità.

(CP)

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