Alto Adige – Il Movimento 5 Stelle dell’Alto Adige critica aspramente il Decreto Legge Valditara, recentemente approvato in via definitiva alla Camera. Tuttavia, le misure introdotte dal DL Valditara, volte a ripristinare la “cultura del rispetto” nelle scuole, sollevano numerosi dubbi e preoccupazioni.
Le nuove norme prevedono sanzioni economiche salatissime, da 500 a 10.000 euro, per reati e offese commessi all’interno delle scuole. Il Movimento 5 Stelle sottolinea che, sebbene gli insulti e le offese non siano mai giustificabili, queste multe andranno a gravare solo su chi può permetterselo. “E chi non potrà pagare?”, si chiedono gli esponenti del movimento. “Lo butteremo fuori dalla scuola a calci?”, ipotizzano con preoccupazione, paventando il rischio che questi provvedimenti possano solo aumentare la già preoccupante percentuale di dispersione scolastica o, peggio ancora, spingere i giovani a percorsi di devianza o marginalità.
Secondo il movimento pentastellato, le sospensioni scolastiche, se accompagnate da attività di volontariato, rappresentano un’alternativa più costruttiva, capace di offrire un’opportunità di crescita ai ragazzi. Anche il ripristino del voto in condotta viene visto con occhio critico, definito un “ritorno alla preistoria”, un modo antiquato di catalogare il comportamento umano. “Cosa succede se un ragazzo geniale, ma irrequieto, si ritrova con un voto in condotta insufficiente?”, si chiedono ancora dal movimento.
La proposta avanzata è quella di prevedere percorsi di recupero durante l’estate per gli studenti problematici, magari con debiti formativi da sanare attraverso una buona condotta l’anno successivo. Naturalmente, questo tipo di approccio sarebbe difficilmente applicabile in presenza di un rendimento scolastico scarso e un comportamento gravemente inadeguato, ma rimane un’opzione che consentirebbe di recuperare alcuni giovani potenzialmente brillanti.
Per il Movimento 5 Stelle, il DL Valditara rappresenta la certificazione del fallimento del sistema scolastico e sociale. “Il problema non si risolve inasprendo le pene, che non è altro che il retaggio di una politica di destra legata a una storica abitudine repressiva”, si legge nel comunicato. La vera “cultura del rispetto” si dovrebbe costruire attraverso l’educazione, la formazione etica e civica, tutte aree che, secondo il movimento, sono state marginalizzate all’interno del sistema di istruzione.
“Il problema va affrontato a monte, non a valle. Bisogna intervenire sulle famiglie e adottare un approccio educativo che tenga conto del contesto sociale, delle possibilità economiche, del background e delle motivazioni di ogni singolo ragazzo o ragazza”, prosegue il comunicato. Per i pentastellati, la punizione non è mai una soluzione efficace da sola: può fungere da deterrente solo se accompagnata da azioni di supporto e sostegno che mirino allo sviluppo del giovane, alla comprensione delle cause del suo disagio e al miglioramento del suo comportamento.
In conclusione, il Movimento 5 Stelle propone una riflessione sulla necessità di un cambiamento radicale nell’approccio politico e sociale alla scuola. Invece di promuovere misure punitive, è fondamentale sviluppare una politica di sostegno alle famiglie, che non possono e non devono essere lasciate sole a fronteggiare il disagio che sta crescendo tra le nuove generazioni.