Home Politica Caro affitti, no a nuovi B&B nei condomini: allo studio il regolamento per Bolzano

Caro affitti, no a nuovi B&B nei condomini: allo studio il regolamento per Bolzano

Caramaschi torna a parlare della necessità di un freno all'esplosione delle micro strutture. Perplessità dalle associazioni di categoria

by Redazione BQ

Sulla scia di altre città italiane, è allo studio anche per Bolzano un nuovo regolamento che dovrebbe arrivare a vietare nuove aperture di Bed and Breakfast nei condomini.

Una misura che secondo l’amministrazione comunale dovrebbe contribuire a fermare l’espansione selvaggia delle micro strutture per soggiorni turistici brevi anche nel capoluogo, recuperando spazi abitativi destinati alle famiglie.

Lo scopo di vietare nuove autorizzazioni sarebbe dunque quello di ampliare il mercato delle locazioni lunghe come è recentemente successo a Firenze, dove il sindaco Nardella ha applicato il giro di vite per limitare l’esplosione dei B&B in zona Unesco.

Una soluzione che piace, e non da oggi, anche al sindaco Renzo Caramaschi, tanto da decidere di mettere allo studio il provvedimento per il quale però sarà necessaria un’approvazione da parte del consiglio comunale del capoluogo.

Già lo scorso anno il primo cittadino aveva lanciato l’allarme rispetto al rischio di una transizione verso una situazione che favorisse un eccessivo traffico turistico “cotto e mangiato” a discapito di chi avrebbe davvero bisogno di una casa a prezzi accessibili.

Aumento dei B&B per il Comune equivarrebbe quindi al problema del caro affitti. Un danno per il mercato tradizionale che si ripercuoterebbe anche sullo sviluppo della vita universitaria.

Come per la città del Giglio, dove la delibera (peraltro impugnata) è valida dal primo giugno dello scorso anno, il divieto di attivare nuove destinazioni d’uso residenziale per affitti turistici brevi non interesserebbe però immobili affittati con B&B e affittacamere già attivi.

Ma le perplessità ci sono. L’aumento vertiginoso delle pigioni a Bolzano non dipenderebbero dalla presenza, seppure in costante aumento, delle piccole strutture ricettive in città.

Come riportato da Rai Alto Adige, ad affermarlo sono diverse associazioni di categoria come la Federazione provinciale Agenti immobiliari e l’associazione proprietà edilizia, secondo la quale per un divieto di questo tipo ci sarebbero diversi ostacoli di natura giuridica.

Sarebbe necessario discutere nel frattempo della legge provinciale già esistente che impedirebbe di affittare gli spazi domestici adibiti a struttura ricettiva temporanea più di quattro volte l’anno, pena l’apertura di una Partita Iva da parte di chi è intenzionato a farne un business regolare.

 

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