Circa 4 tonnellate di fertilizzanti contaminati destinati al mercato biologico sono stati sequestrati presso alcuni consorzi agrari del Trentino Alto Adige dai carabinieri del comando per la tutela ambientale e la sicurezza energetica di Venezia.
Il sequestro è stato disposto dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Bolzano ed eseguito dai nuclei dei comandi dell’Arma con l’impiego complessivo di oltre 60 unità, su richiesta della Procura.
Sono al momento quattro gli indagati per il reato di gestione illecita di rifiuti: si tratta degli amministratori delle due aziende altoatesine coinvolte nell’inchiesta. Sono state inoltre sequestrate più di 200 confezioni di “Terra Preta”, del peso di 20 chilogrammi e costo 25,00 euro l’una, presso una quarantina di attività commerciali presenti in Regione.
Le verifiche di carattere ambientale effettuate presso i diversi impianti di cogenerazione altoatesini, hanno consentito di accertare che le ceneri decadenti dai processi di pirolisi/gassificazione, anzichè essere smaltite come rifiuto venivano in parte utilizzate in un impianto di compostaggio di Renon e, nello specifico, impiegate per produrre fertilizzanti per l’agricoltura biologica.
Gli accertamenti hanno evidenziato come all’interno delle ceneri, commercializzate come char o biochar, durante il processo di pirolisi del materiale ligneo (tecnicamente si tratta di una combustione incompleta di materiale organico si concentrino dei contaminanti, alcuni dei quali solubili in acqua, dei quali la normativa europea vieta l’utilizzo in agricoltura.
I prodotti ottenuti attraverso la miscelazione del char con rifiuti compostati verdi e letame una volta insacchettati vengono quindi distribuiti/venduti al dettaglio come “Terra Preta” attraverso i Consorzi Agrari presenti in Trentino-Alto Adige.