Home Politica Caro casa a Bolzano: accuse di ritardi e immobilismo all’amministrazione comunale

Caro casa a Bolzano: accuse di ritardi e immobilismo all’amministrazione comunale

by Massimiliano Maglione

BOLZANO. L’assemblea dell’Associazione della Proprietà Edilizia, tenutasi venerdì 22 novembre, ha riportato al centro del dibattito pubblico la grave crisi abitativa che affligge la città di Bolzano. Secondo il presidente dell’associazione, i ritardi e l’inerzia dell’Ente Pubblico stanno aggravando una situazione già critica, con ripercussioni dirette sulla crescita economica e sociale del capoluogo altoatesino.

Il fabbisogno abitativo

È ormai noto che Bolzano necessita urgentemente di nuove abitazioni. Secondo le stime, entro il 2030 serviranno almeno 1.500-2.000 nuovi alloggi per rispondere alle esigenze della popolazione. Tuttavia, il raggiungimento di questo obiettivo appare lontano, e molte persone che desiderano trasferirsi in città, contribuendo al sistema produttivo locale, sono costrette a rinunciare a causa della carenza di abitazioni disponibili.

Le accuse alla Giunta Comunale

Secondo il consigliere comunale della Lega, Kurt Pancheri, la principale responsabilità ricade sull’amministrazione comunale, accusata di immobilismo e di non aver aggiornato il piano urbanistico da quasi 20 anni. Pancheri sottolinea come questa mancanza stia frenando l’espansione abitativa e, di conseguenza, lo sviluppo economico della città.

“La Giunta ha respinto tutte le mozioni presentate dalla Lega per accelerare l’individuazione di nuove aree edificabili,” afferma Pancheri. “Si continua a parlare dell’area della Caserma Huber e dell’areale ferroviario come soluzioni definitive, ma sono pratiche bloccate da anni. Questa è pura propaganda.”

Nuove proposte per uscire dalla crisi

Tra le soluzioni avanzate, Pancheri propone l’individuazione di nuove aree per insediamenti abitativi, guardando inevitabilmente verso ovest, oltre via Resia, a causa delle limitazioni morfologiche del territorio. I comuni limitrofi, infatti, si sono rifiutati di costruire case per soddisfare le esigenze di Bolzano. Pancheri critica anche il piano del verde, giudicato insufficiente per recuperare l’esistente.

Le conseguenze dell’immobilismo

Secondo Pancheri, il rifiuto di esplorare nuove possibilità da parte del sindaco e dell’ex vicesindaco Walcher (ora assessore provinciale) porterà a gravi conseguenze: un calo del PIL, la decrescita della popolazione e un inevitabile declino economico e sociale della città.

Ridurre la pressione fiscale per incentivare il mercato

Infine, Pancheri suggerisce una forte riduzione della pressione fiscale sugli immobili, come l’IMI, per incentivare i proprietari a mettere a disposizione gli alloggi con contratti a canone concordato e a lungo termine. “Lo Stato ha fatto la sua parte introducendo la cedolare secca; il Comune, invece, rimane inspiegabilmente immobile,” conclude Pancheri.

La crisi abitativa a Bolzano resta dunque un tema urgente e complesso, in attesa di soluzioni concrete e di una strategia che guardi al futuro della città.

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