Home Politica Respinta la mozione “Il vescovo Muser presenti subito le sue dimissioni” in Consiglio provinciale

Respinta la mozione “Il vescovo Muser presenti subito le sue dimissioni” in Consiglio provinciale

by Massimiliano Maglione

BOLZANO – È stata una seduta lunga e tesa quella del Consiglio provinciale di Bolzano, dove oggi si è concluso il dibattito sulla mozione n. 310/25, presentata dal consigliere Jürgen Wirth Anderlan (JWA), che chiedeva le dimissioni del vescovo Ivo Muser della diocesi di Bolzano-Bressanone.

La mozione, intitolata “Il vescovo Muser presenti subito le sue dimissioni”, era stata depositata il 5 settembre 2025 e ha sollevato una vera e propria disputa sull’ammissibilità di una proposta che, secondo molti consiglieri, travalicava le competenze del Consiglio stesso.

Il dibattito sull’ammissibilità

A sollevare per primo la questione è stato Andreas Colli (Wir Bürger), che ha definito la mozione “inopportuna”, poiché il Consiglio non può pronunciarsi su una figura ecclesiastica. “Non sono credente – ha detto – ma è necessario rispettare la separazione tra politica e Chiesa”.

Sulla stessa linea Andreas Leiter Reber (Freie Fraktion), che ha sottolineato come una simile votazione avrebbe potuto “aprire un vaso di Pandora” in materia di competenze istituzionali.

Il presidente Arnold Schuler, ricordando che l’articolo 103 del Regolamento interno non prevede esplicitamente tale casistica, ha rimandato la decisione all’articolo 113, che in caso di dubbio consente al Consiglio di pronunciarsi. Dopo un confronto tra i capigruppo, il plenum ha votato contro l’inammissibilità (17 voti contrari, 13 favorevoli), consentendo così la discussione della mozione.

I contenuti della mozione

Nel testo, Wirth Anderlan chiedeva tre punti precisi:

che il Consiglio provinciale solleciti il vescovo Muser a presentare le dimissioni, che venga chiesto alla Chiesa cattolica di allontanare immediatamente il sacerdote coinvolto nel caso di abusi citato nel report del gennaio 2025, e che vengano rimosse da incarichi a contatto con minori tutte le persone menzionate nel report.

Wirth Anderlan ha motivato la sua iniziativa parlando di “una questione di responsabilità morale” dopo le rivelazioni contenute nel documento sugli abusi, che descrivevano “atti gravissimi commessi da un sacerdote poi nominato collaboratore pastorale in Alta Val Pusteria”. “Non voglio attaccare la Chiesa – ha detto – ma chiedere che si assuma le proprie responsabilità. La politica non può tacere di fronte a questi fatti”.

Le posizioni dei gruppi

La discussione ha diviso nettamente l’aula.

Brigitte Foppa (Verdi) ha definito la seduta “un pessimo momento per il Consiglio”, ma ha riconosciuto che, per coerenza regolamentare, la mozione andava ammessa. Ha tuttavia ribadito la necessità di “difendere la separazione tra Chiesa e politica”.

Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) ha affermato che la politica deve intervenire quando “sono in gioco i diritti delle vittime”, pur annunciando l’astensione sul primo punto e il voto favorevole sugli altri due.

Franz Ploner (Team K) ha ricordato che “Stato e Chiesa sono sovrani nei rispettivi ambiti”, ma che la violenza sessuale richiede “trasparenza e contesti indipendenti di elaborazione”.

Sandro Repetto (PD) si è detto contrario nel merito, riconoscendo tuttavia al vescovo Muser “il merito di aver promosso e pubblicato il report sugli abusi, unico caso in Italia”.

Dalla maggioranza SVP, Waltraud Deeg e Harald Stauder hanno ribadito la condanna per ogni abuso, ma hanno giudicato “non opportuna” la cornice scelta per il dibattito.

L’assessore Philipp Achammer ha parlato di “situazione assurda”, sottolineando che “non si può chiedere le dimissioni di un vescovo tramite una mozione politica”.

Anche Christian Bianchi (Forza Italia – Uniti per l’Alto Adige) ha definito la proposta “senza senso e solo utile a finire sui giornali”, ricordando l’impegno di Papa Francesco e dello stesso Muser nella lotta agli abusi.

Andreas Colli ha scelto di non partecipare alla votazione, affermando che “questa mozione scredita il Consiglio provinciale e viola la distinzione tra le istituzioni”.

L’esito della votazione

La mozione è stata respinta in tutte le sue parti:

le premesse con 2 sì, 19 no e 4 astensioni (8 non votanti); il punto 1 (dimissioni del vescovo) con 1 sì, 19 no e 3 astensioni; il punto 2 con 5 sì, 20 no e 1 astensione; il punto 3 con 9 sì e 20 no.

Al termine, Wirth Anderlan ha ringraziato l’opposizione “per aver difeso la democrazia” e ha annunciato che continuerà a presentare mozioni “anche scomode, ma giuste”.

Il presidente Arnold Schuler ha infine espresso soddisfazione per il rispetto delle regole procedurali e ha ribadito:

“Chiesa e politica devono restare istituzioni separate. È una conquista della nostra società e non dobbiamo permettere che una decida per l’altra.”

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