Non serviva una prova di forza, bastava un segnale. E Jannik Sinner lo ha mandato forte e chiaro, tornando sul campo centrale del Foro Italico con il sorriso, gli occhi lucidi e la determinazione di chi ha dentro un fuoco che non si spegne. Dopo la squalifica che lo aveva tenuto lontano dai riflettori, il campione altoatesino è rientrato agli Internazionali d’Italia vincendo il suo match d’esordio contro il solido argentino Mariano Navone con il punteggio di 6-3, 6-4.
Una vittoria che va oltre i numeri. Perché quella di oggi non è stata solo una partita, ma un ritorno alla vita tennistica per Jannik, in un momento emotivamente delicato. In campo non era ancora il Sinner perfetto e scintillante che abbiamo imparato ad amare, ma è stato il Sinner vero: combattivo, presente, pronto a stringere i denti quando il braccio tremava e le gambe chiedevano tempo.
Il pubblico romano lo ha accolto con un boato, come si fa con i figli che tornano a casa dopo un viaggio difficile. E lui ha risposto con un tennis pulito, concreto, magari non brillante, ma efficace. Qualche errore di troppo in avvio, una seconda che deve ancora ritrovare profondità, ma anche tanti vincenti di dritto, cambi di ritmo improvvisi e quella testa sempre lucida nei momenti che contano.
“Sono emozionato, tornare qui è speciale – ha detto Sinner a fine match – Non è stato un periodo facile, ma oggi sentivo il calore di tutti e questo mi ha dato la forza”.
La strada è ancora lunga, ma oggi il primo passo è stato fatto. E non conta solo il risultato: conta aver ritrovato Jannik. Il ragazzo del ghiaccio, con il cuore caldo come la sua Italia.
Bentornato, campione.