Home Società “Questa non è più la Montagna che amo”: lo sfogo di un’appassionata e la risposta del CAI Alto Adige

“Questa non è più la Montagna che amo”: lo sfogo di un’appassionata e la risposta del CAI Alto Adige

by Massimiliano Maglione

Un’accorata mail inviata alla nostra redazione da una lettrice amante della montagna ha acceso il dibattito sul futuro dei rifugi in Alto Adige. Stefania, socia del CAI, denuncia con dispiacere la crescente commercializzazione delle strutture in quota e la scomparsa, a suo dire, dei veri “rifugi di montagna” gestiti dal Club Alpino Italiano.

«Sono delusa dal CAI», scrive. «Controllando alcuni rifugi per la mia vacanza estiva ho scoperto che molti non sono più sotto la gestione dell’associazione. Prezzi alle stelle, strutture sempre più simili ad hotel e meno accessibili agli amanti autentici della montagna. La filosofia del rifugio, intesa come luogo essenziale, accogliente e rispettoso dell’ambiente, sembra aver lasciato spazio al lusso e all’interesse economico».

Non tarda ad arrivare la replica del presidente del CAI Alto Adige, Carlo Alberto Zanella, che respinge le accuse e invita alla verifica delle informazioni: «Sul sito del CAI e sul nostro canale YouTube è possibile trovare l’elenco completo dei rifugi di nostra proprietà in Alto Adige. La signora Stefania forse si è affidata a fonti sbagliate. E vorrei chiarire che al Passo Sella non esiste alcun rifugio CAI, ma un resort dato in gestione a privati».

Zanella sottolinea inoltre gli sforzi dell’associazione per mantenere l’identità sobria e sostenibile dei rifugi, pur riconoscendo la necessità di alcuni adeguamenti: «Cerchiamo di contenere i prezzi, ma le spese operative – come il trasporto con elicotteri – incidono pesantemente. E non possiamo intervenire sui rifugi privati che scelgono logiche di mercato diverse».

L’invito del presidente è aperto e diretto: «Sono disponibile a incontrare Stefania di persona o sentirla telefonicamente. Posso aiutarla a trovare il percorso e i rifugi più autentici. Anche quest’anno, però, la domanda è altissima: molti rifugi sono già pieni fino a settembre».

Uno scambio acceso ma civile, che riporta al centro una domanda cruciale: quale direzione vogliamo per le nostre montagne? Autenticità o lusso? Inclusività o esclusività? Rifugi o resort?

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