Nella Casa della cultura di Campo Trens in alta val d’Isarco si sono ritrovati oggi (29 agosto) missionari e missionarie che in estate fanno ritorno in Alto Adige per una vacanza. Nel tradizionale incontro annuale il vescovo Ivo Muser ha ricordato “quanto bene viene fatto dai missionari nell’educazione, nell’assistenza sanitaria, nella pastorale e nella promozione della dignità umana”.
Un centinaio tra missionari religiosi e laici, rappresentanti dei gruppi parrocchiali e volontari attivi nella cooperazione locale ha partecipato a Campo Trens all‘incontro annuale con i missionari che in estate tornano in Alto Adige per un periodo di vacanza.
Al centro del tradizionale appuntamento agostano promosso dall’Ufficio missionario diocesano, presente anche il vescovo Ivo Muser, l’ascolto delle esperienze di chi vive in terra di missione e il rafforzamento della collaborazione a sostegno dei progetti nel mondo. Attualmente sono una quarantina gli altoatesini, religiosi e laici dei tre gruppi linguistici, in servizio missionario nei vari continenti.
La giornata, che ogni anno vede crescere il numero dei partecipanti, si è confermata una preziosa occasione di confronto con il vissuto dei missionari. Anche due giovani altoatesini hanno illustrato il loro impegno come volontari svolto per tre mesi in Uganda.
Il vescovo Ivo Muser, che in luglio ha visitato i progetti diocesani in Uganda, ha detto ai missionari, riferendosi al suo viaggio, di aver toccato con mano “il prezioso contributo che la Chiesa – attraverso i missionari, le missionarie, i sacerdoti, le suore e i laici – sta dando in tanti Paesi. Pensate a quanto bene viene fatto nell’educazione, nelle scuole, nell’assistenza sanitaria, nella pastorale e nella promozione della dignità umana. Se si togliesse tutto questo, il nostro mondo diventerebbe molto più povero, freddo, cupo e senza speranza. Oggi vi voglio ringraziare per la vostra presenza e per il vostro lavoro“.
Muser ha poi rivolto un grazie particolare ai religiosi arrivati in Alto Adige che attualmente sono in servizio nella nostra diocesi: “Sono particolarmente grato a coloro – e il loro numero sta crescendo – che vengono da altri Paesi e lavorano in vari ambiti della realtà ecclesiale. Questo è un nuovo sviluppo positivo e ne sono molto grato“.
L’attività dell’Ufficio missionario diocesano è stata sintetizzata dalla direttrice Irene Fortin Obexer, che ha fornito i dati delle tre grandi collette diocesane del 2022 a sostegno di progetti nelle missioni: con l’azione degli Sternsinger (i Cantori della stella), l’offerta della Quaresima di fraternità e la colletta nella Domenica di San Cristoforo sono stati raccolti oltre 1,7 milioni di euro e finanziati 160 progetti.
La direttrice ha ricordato anche il successo della raccolta di donazioni per l’iniziativa “Una matita per la formazione” a sostegno di 13 ragazze in Uganda che stanno studiando infermieristica e ostetricia e che non hanno la possibilità di pagare la retta scolastica.
Nell’incontro sono stati anche ricordati i sei operatori a lungo in terra di missione deceduti nell’ultimo anno: p. Giuseppe Detomaso (da Pieve di Livinallongo all’Etiopia), sr. Rosa Mair (da Vandoies alla Romania), la giovane laica Magdalena Fischnaller (Ecuador), p. Wendelin Pohl (da Sluderno in Congo), p. Toni Ganthaler (da Postal all’Indonesia), p. Leonhard Beikircher (da Tesido all’Indonesia). Un ricordo anche per la grande benefattrice della missione Luise Pardeller di Nova Ponente, scomparsa a 100 anni.