Home Società IN CLASSE FINO A 16 ANNI SENZA CELLULARE

IN CLASSE FINO A 16 ANNI SENZA CELLULARE

by Massimiliano Maglione

BOLZANO – Stop ai cellulari nelle aule scolastiche per gli studenti sotto i 16 anni. È questo l’obiettivo di una mozione presentata dalla maggioranza in Consiglio provinciale, che punta a introdurre un divieto generalizzato all’uso degli smartphone durante le ore di lezione per gli alunni delle scuole dell’Alto Adige.

La proposta, discussa in questi giorni a Palazzo Widmann, nasce dalla crescente preoccupazione per l’impatto che i dispositivi digitali stanno avendo sul rendimento scolastico, sull’attenzione in classe e sul benessere psicologico dei più giovani. L’intento è chiaro: “Restituire centralità alla didattica e alla relazione tra studenti e insegnanti, riducendo le distrazioni e i rischi legati a un uso eccessivo dei telefoni”, spiegano i promotori.

La mozione propone che il divieto si applichi a tutti gli studenti fino al compimento del sedicesimo anno d’età, fatta salva la possibilità di deroghe in casi specifici, ad esempio per motivi sanitari documentati o per esigenze didattiche particolari.

Il modello di riferimento è quello già adottato in altri Paesi europei, come la Francia, dove una legge nazionale vieta l’uso del cellulare nelle scuole fino ai 15 anni. “Non si tratta di demonizzare la tecnologia, ma di regolarne l’utilizzo in un contesto educativo che deve garantire la concentrazione e la crescita armonica dei ragazzi”, si legge nel testo della mozione.

Il provvedimento, se approvato, impegnerà la Giunta a elaborare delle linee guida chiare per gli istituti scolastici, che dovranno poi tradurre la misura in regolamenti interni. Non mancano però le voci critiche: alcuni consiglieri di opposizione chiedono un maggiore coinvolgimento di studenti, famiglie e docenti, temendo che un divieto rigido possa risultare difficile da applicare o addirittura controproducente.

Il dibattito è aperto, ma il segnale politico è forte: l’utilizzo del cellulare in classe è diventato un tema centrale per la scuola di oggi. E in Alto Adige si punta ora a una regolamentazione netta, che metta al primo posto l’educazione.

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