BRONZOLO – Una storia di fragilità, cura e resilienza arriva dal CRAB – Centro Recupero Animali Selvatici di Bolzano, dove una piccola riccia femmina, contrassegnata con il numero 209/2025, è stata salvata e riportata in libertà dopo settimane di cure.
Il 29 luglio scorso, una signora di Ferrara l’aveva trovata da sola, vicino a una pozzanghera a Bronzolo, in condizioni critiche. Pesava appena 110 grammi, era senza la madre e mostrava sintomi neurologici gravi, come l’atassia e la difficoltà a mantenere l’equilibrio.
“Al suo arrivo presentava segni evidenti di trauma cranico – racconta la veterinaria del CRAB Anna Sturaro –. Abbiamo subito effettuato lastre, ecografia addominale e analisi del sangue. Per fortuna i valori erano nella norma, quindi abbiamo potuto avviare una terapia mirata per gestire i sintomi neurologici”.
La riccetta è stata curata con antibiotici, antinfiammatori, farmaci specifici per il trauma cranico e vitamina B1, utile al sistema nervoso. All’inizio è stata nutrita con latte a siringa, per poi passare gradualmente a carne e cibi solidi, sotto la costante attenzione della volontaria Anna Ciccone, che l’ha seguita passo dopo passo fino al completo svezzamento.
Con il tempo i sintomi sono migliorati: la riccia ha recuperato equilibrio e autonomia, fino a raggiungere i 680 grammi di peso, riuscendo a camminare senza difficoltà e ad appallottolarsi perfettamente, come fanno i ricci sani.
La liberazione è avvenuta proprio a Bronzolo, lo stesso luogo del ritrovamento, grazie anche alla collaborazione della Croce Rossa per il trasporto.
“È sempre una grande emozione vedere un animale tornare in natura – conclude Sturaro –. La riccia 209/2025 dimostra che con cure tempestive e lavoro di squadra si può dare una seconda possibilità a creature che, da sole, non ce l’avrebbero fatta”.
Una storia a lieto fine che ricorda quanto sia prezioso il lavoro di chi, ogni giorno, si prende cura della fauna selvatica in difficoltà.