Bolzano, 28 novembre 2024 – Sono 443 i nuovi cacciatori che quest’anno hanno superato l’esame venatorio in Alto Adige, di cui 336 uomini e 107 donne. La cerimonia di consegna dei diplomi si è svolta ieri, 27 novembre, a Bolzano, alla presenza dell’assessore provinciale alle Foreste Luis Walcher, che ha sottolineato il valore della caccia come elemento centrale nella gestione del territorio e della biodiversità.
“La caccia non è solo una tradizione radicata in Alto Adige, ma rappresenta anche un pilastro fondamentale per la conservazione della natura,” ha dichiarato Walcher. “Senza la caccia, non sarebbe possibile controllare le popolazioni di fauna selvatica, il che causerebbe danni rilevanti all’agricoltura e alla silvicoltura. È essenziale che i cacciatori siano preparati e consapevoli del loro ruolo nella salvaguardia dell’ambiente e delle specie.”
Un sistema venatorio radicato nel territorio
L’Alto Adige adotta un sistema venatorio riservistico, che consente a ogni residente di esercitare la caccia nel proprio comune di residenza, contribuendo a una gestione equilibrata della fauna. Attualmente, la provincia conta 6120 cacciatori, di cui 440 sono donne, pari al 7,2%. Dal 2006, il numero di cacciatrici è raddoppiato, segno di una crescente partecipazione femminile a questa tradizione.
Passione e motivazioni: storie di nuovi cacciatori
Tra i neocacciatori premiati spicca Franz Locher, mentre Nora Pardatscher, cacciatrice da 15 anni di Appiano, ha sottolineato il fascino della tradizione e l’importanza della conoscenza tecnica. Per Simon Leander Declara, giovane cacciatore e cuoco di Varna, la passione è un’eredità familiare: “Amo la caccia per la carne di qualità che offre e per il legame con mio padre, che mi ha trasmesso questa tradizione.”
L’esame venatorio: un percorso impegnativo
Superare l’esame venatorio richiede una preparazione approfondita. Quest’anno, 560 candidati hanno partecipato al percorso, che prevede:
• Una prova teorica scritta e orale su fauna, ecologia, diritto venatorio, conservazione della natura e armamento.
• Una prova pratica di tiro, con arma a proiettile e fucile.
• Un tirocinio sul campo o un corso pratico di tre giorni, oltre a un corso di primo soccorso.
Tra i partecipanti, 236 hanno superato l’esame orale, di cui 61 donne (25%). Per quanto riguarda la prova pratica di tiro, il 76,6% ha raggiunto l’obiettivo, con una percentuale femminile del 21%.
Il valore della caccia in Alto Adige
In Alto Adige, la caccia è consentita su circa 6100 chilometri quadrati, distribuiti in 145 riserve di diritto e 51 riserve private, che rappresentano meno del 2% dell’area cacciabile. Tuttavia, aree come il Parco Nazionale dello Stelvio e alcuni biotopi protetti rimangono escluse.
Il biologo della fauna selvatica Dominik Dachs ha ricordato che “la caccia non è solo un risultato, ma un viaggio che richiede competenze, rispetto e consapevolezza.” A questo proposito, il presidente della commissione d’esame, Dominik Trenkwalder, ha ribadito l’importanza di formare cacciatori capaci e responsabili, in grado di contribuire a una gestione sostenibile della fauna.
Donne e giovani protagonisti del futuro venatorio
La crescente presenza femminile e l’interesse delle nuove generazioni sono segnali positivi per il futuro della comunità venatoria altoatesina. Come evidenziato da Günther Rabensteiner, capo dei guardiacaccia provinciali, “la partecipazione attiva di uomini e donne di ogni età è fondamentale per garantire il mantenimento di un equilibrio tra natura e attività umana.”
Questa cerimonia rappresenta non solo il riconoscimento di un traguardo personale, ma anche un rinnovato impegno per la tutela del territorio e della biodiversità altoatesina.