BOLZANO – Dopo la conferma di un focolaio di afta epizootica in Ungheria, con 1.400 bovini infetti nella regione di Gyor, al confine con la Slovacchia, il Ministero della Salute italiano ha ribadito l’importanza di rispettare le normative sanitarie per prevenire la diffusione della malattia. Il Servizio veterinario provinciale di Bolzano, guidato dal dottor Paolo Zambotto, sottolinea la necessità di attenersi scrupolosamente alle misure di sicurezza, sebbene attualmente non risultino animali provenienti dall’Ungheria presenti in Alto Adige.
Un rischio da non sottovalutare
L’afta epizootica è una malattia altamente contagiosa che colpisce bovini, ovini, caprini, suini e camelidi. Sebbene non sia pericolosa per l’uomo, il virus può sopravvivere per oltre un mese nel terreno e sugli indumenti, rendendo la trasmissione estremamente facile anche attraverso cibo, veicoli o souvenir portati dall’estero.
I sintomi nei bovini e nei suini includono febbre alta, difficoltà a mangiare e camminare, con la comparsa di afte in bocca, sugli zoccoli e sui capezzoli. Pecore e capre, invece, manifestano segni più lievi, spesso limitati a una leggera zoppia.
L’ultimo caso di afta epizootica in Alto Adige risale al 10 febbraio 1971 a Chiusa. “Sono in servizio da 32 anni e finora siamo riusciti a mantenere l’Alto Adige libero dalla malattia. È fondamentale continuare a rispettare le regole per evitare il rischio di contagio”, dichiara il veterinario provinciale Paolo Zambotto.
Misure di prevenzione raccomandate
Per impedire l’introduzione del virus nel territorio altoatesino, il Servizio veterinario provinciale raccomanda:
• Evitare l’importazione di animali dall’Ungheria, almeno fino a nuove disposizioni, dato che la diffusione della malattia è ancora sotto monitoraggio.
• Registrare tutti gli allevamenti, compresi quelli amatoriali con capre nane o maialini, così come gli zoo.
• Etichettare e tracciare gli spostamenti degli animali, registrandoli nell’apposito database per garantirne la rintracciabilità.
• Adottare misure igienico-sanitarie rigorose, tra cui limitare l’accesso di estranei agli animali, predisporre tappetini disinfettanti con prodotti specifici (carbonato di sodio, soda caustica, acido citrico o acetico), cambiarsi gli abiti e gli stivali prima e dopo essere entrati nelle stalle.
• Prestare attenzione all’acquisto di animali e mangimi, verificando sempre la provenienza e il rispetto delle norme sanitarie.
L’attenzione resta alta per evitare che il virus possa raggiungere l’Alto Adige. Il Servizio veterinario invita allevatori e cittadini a collaborare attivamente, rispettando le regole per proteggere il patrimonio zootecnico locale.