Home Politica Laives, Family Card: urgente un ripensamento per supportare tutte le famiglie

Laives, Family Card: urgente un ripensamento per supportare tutte le famiglie

by Massimiliano Maglione


L’allarme. Crescono le voci di chi ritiene che i criteri di accesso alla Family Card escludano troppe famiglie. Le associazioni locali chiedono una revisione immediata per garantire un sostegno equo anche a chi, pur non risultando formalmente “povero”, affronta comunque difficoltà economiche nel mantenere una famiglia numerosa.

Laives. Una realtà familiare complessa e variegata. A Laives, come in molte altre realtà italiane, le famiglie numerose rappresentano una parte vitale della comunità, contribuendo alla ricchezza sociale e culturale del territorio. Tuttavia, i criteri attuali per l’accesso alla Family Card, che garantisce sconti e agevolazioni economiche, stanno sollevando preoccupazioni. “Escludere chi ha più di due figli e non risponde ai parametri ufficiali di povertà non tiene conto delle sfide che queste famiglie affrontano quotidianamente”, affermano Silvia Lombardi e Mirko Campo, coordinatori dell’Associazione Famiglie Numerose della provincia.

Le sfide quotidiane. Le famiglie numerose vivono con un budget spesso limitato, e affrontano le crescenti spese legate all’educazione, alla salute e al tempo libero dei figli. “Non è una questione di essere ufficialmente ‘poveri’, ma di riuscire a far fronte a una mole crescente di spese che mettono in difficoltà anche chi ha una situazione economica media”, spiegano i rappresentanti delle famiglie. Molti genitori, esclusi dalla Family Card per criteri stringenti, chiedono maggiore flessibilità. “Ogni famiglia è diversa, e le loro necessità vanno riconosciute caso per caso”, ribadiscono.

Una risposta dal Comune? Mentre si attende una risposta dall’amministrazione locale, le famiglie numerose restano unite nella richiesta di una revisione urgente dei criteri di assegnazione della Family Card. “Non chiediamo privilegi, ma il riconoscimento delle nostre reali difficoltà”, conclude la coppia di coordinatori. Il Comune, dicono, si è dimostrato aperto al dialogo, ma le promesse devono tradursi in azioni concrete per non lasciare nessuno indietro.


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