BOLZANO – Un dibattito acceso e articolato ha segnato i lavori del Consiglio provinciale di Bolzano, dove è stata discussa e votata la proposta n. 37/25, avanzata dalla Süd-Tiroler Freiheit e dedicata all’espulsione effettiva degli stranieri che hanno commesso reati e al rimpatrio di coloro cui è stato negato lo status di rifugiato. Un tema che, come previsto dalle direttive Agcom in vista delle prossime elezioni amministrative, è stato trattato con equilibrio e senza riferimenti elettorali diretti, ma che ha comunque polarizzato il confronto tra le forze politiche.
La proposta, firmata dai consiglieri Knoll, Atz, Rabensteiner e Zimmerhofer, chiedeva alla Provincia di sollecitare Parlamento e Governo su sei punti chiave, tra cui l’intensificazione degli accordi di rimpatrio, l’introduzione di sistemi europei di identificazione biometrica condivisi, il rafforzamento delle frontiere esterne dell’UE e la decadenza del diritto d’asilo in caso di ingresso illegale o false dichiarazioni. Non da ultimo, si proponevano restrizioni ai ricongiungimenti familiari, da valutare anche tramite prove genetiche.
Sven Knoll (STF), primo firmatario, ha motivato il voto con dati sugli arrivi in Europa, parlando di un problema crescente legato all’immigrazione illegale e al basso tasso effettivo di espulsioni per chi non ha diritto alla protezione internazionale. Secondo Knoll, chi commette reati e mette a rischio la sicurezza dei cittadini dovrebbe essere espulso senza indugi.
Le reazioni non si sono fatte attendere. Andreas Leiter Reber (Freie Fraktion) ha espresso dubbi sull’efficacia dei documenti voto, mentre Fratelli d’Italia ha ritenuto “ineccepibili” i contenuti della mozione, pur criticando alcune formulazioni e prendendo le distanze formali. Ulli Mair (Die Freiheitlichen) si è detta favorevole, sostenendo che le leggi attuali vadano applicate con maggior rigore. Harald Stauder (SVP) ha però sottolineato come alcuni punti siano già in attuazione e ha definito il punto 4 un attacco al diritto internazionale.
Critiche più dure sono giunte dal Gruppo Verde, con Zeno Oberkofler che ha parlato di un attacco alla magistratura e Brigitte Foppa che ha denunciato un messaggio pericoloso e stigmatizzante. Paul Köllensperger (Team K) ha accusato la STF di cavalcare l’odio, dimenticando la propria storia, mentre Sandro Repetto (PD) ha evidenziato come la regolamentazione dell’immigrazione spetti all’Unione Europea, ostacolata dai nazionalismi interni.
Dai banchi della SVP, Waltraud Deeg ha invitato a non dimenticare l’umanità nelle decisioni politiche, mentre il presidente Arno Kompatscher ha ribadito l’importanza di rispettare gli accordi internazionali e il programma di coalizione, che prevede un contrasto all’immigrazione illegale nel rispetto della dignità umana. “Non serve incitare all’odio – ha detto – servono misure intelligenti e uno sguardo alle cause profonde delle migrazioni.”
La mozione è stata sostenuta in parte anche da esponenti di Wir Bürger-Noi cittadini e VITA, mentre Forza Italia-Uniti per l’Alto Adige ha espresso scetticismo sulla fattibilità tecnica delle proposte.
Il dibattito si è chiuso con la richiesta di sospensione della seduta da parte di Harald Stauder. Resta evidente come il tema della sicurezza e dell’immigrazione resti tra i più sentiti nell’opinione pubblica e nella politica locale, chiamata a confrontarsi tra diritto, percezioni e soluzioni sostenibili.