BOLZANO. Ha suscitato un acceso dibattito il post pubblicato su Facebook dal consigliere comunale Diego Salvadori (Fratelli d’Italia), in cui – criticando l’esposizione della bandiera arcobaleno su edifici pubblici – viene riportata una citazione storica riconducibile a Joseph Goebbels, ministro della propaganda del regime nazista. Il contenuto, seppur accompagnato dalla volontà di sollevare un tema di riflessione sull’uso di simboli politici in ambito istituzionale, ha generato reazioni forti all’interno del panorama politico locale.
In particolare, molti hanno interpretato la citazione come inopportuna, soprattutto per la delicatezza storica e simbolica del riferimento. Tuttavia, lo stesso Salvadori, poco dopo, ha voluto chiarire la propria posizione e scusarsi con chi si fosse sentito offeso:
“Ripudio nel modo più assoluto qualsiasi tipo di regime totalitario. Le atrocità del nazismo sono tra le pagine più tremende della storia umana, ed è giusto continuare a farne memoria. Il mio intento non era offendere, ma aprire un confronto sull’opportunità di esporre simboli che rappresentano battaglie ideologiche. Mi rendo conto che la citazione sia stata percepita come poco opportuna e me ne scuso sinceramente”.
Il consigliere ha ribadito il proprio impegno per la tutela dei diritti di tutti, senza discriminazioni, ma ha espresso perplessità sull’uso di bandiere che, a suo avviso, possono trasformare luoghi pubblici in spazi ideologicamente connotati.
Le reazioni
Nonostante le precisazioni, non sono mancate le prese di posizione critiche. Tra le più dure, quella di Roberto Zanin, presidente della Civica per Bolzano – Corrarati:
“Anche ammettendo che si trattasse di un riferimento critico, si è trattato di un errore comunicativo grave, che ha generato imbarazzo e fraintendimenti. In politica, soprattutto su certi temi, serve maggiore attenzione. Chi rappresenta le istituzioni deve essere sempre un esempio di responsabilità”.
Ancora più netta la posizione di Cornelia Brugger, consigliera dei Verdi Grüne Vërc Bolzano:
“Condanniamo con fermezza l’uso di una frase legata a un gerarca nazista. È un gesto che va oltre la semplice provocazione. In un momento storico in cui assistiamo a pericolosi revisionismi, ricordiamo che il nazismo non è un’opinione, ma un crimine. Chiediamo che il sindaco Corrarati e la giunta si esprimano chiaramente sull’accaduto”.
Il dibattito resta aperto
L’episodio ha riacceso il confronto sul ruolo dei simboli negli spazi istituzionali e sui limiti della libertà di espressione, soprattutto quando tocca ambiti sensibili come la memoria storica o i diritti civili.
Quel che è certo è che l’attenzione sulle parole usate dai rappresentanti pubblici, specialmente sui social, resta altissima. E se da un lato c’è chi chiede maggiore rigore, dall’altro va registrato l’impegno di Salvadori nel chiarire le sue intenzioni e porgere le proprie scuse, pur restando fermo nel difendere il diritto a esprimere un’opinione su un tema che – a suo avviso – merita ancora discussione.