Nuova offerta della Provincia: 825 milioni di euro per gli aumenti salariali
Le trattative tra sindacati e Provincia per il rinnovo dei contratti del settore pubblico sono riprese il 18 marzo con una nuova proposta economica. L’offerta avanzata dalla delegazione pubblica prevede un totale di 825 milioni di euro, suddivisi tra 250 milioni all’anno per gli aumenti strutturali nel triennio 2025-2027 e 75 milioni di euro destinati a un pagamento una tantum per compensare l’inflazione registrata nel periodo 2022-2024.
L’incontro è avvenuto su invito dell’Agenzia per le relazioni sindacali, dopo l’interruzione delle trattative lo scorso febbraio.
Amhof: “Aumento necessario, ora attendiamo la risposta dei sindacati”
L’assessora provinciale al Personale, Magdalena Amhof, ha sottolineato l’importanza di un aumento strutturale dei salari per il settore pubblico:
“Che sia necessario un aumento strutturale dei salari è fuori discussione, lo dobbiamo ai dipendenti. Abbiamo aumentato la somma a disposizione di oltre un quarto rispetto all’ultima trattativa e oggi si è discusso della ripartizione. Ora aspettiamo la risposta dei sindacati.”
L’assessore provinciale alle Finanze e presidente della Provincia, Arno Kompatscher, ha evidenziato come l’aumento delle spese correnti e le prospettive economiche abbiano reso necessaria una revisione della spesa. Grazie a questo processo, i fondi risparmiati saranno destinati agli aumenti salariali previsti.
“I fondi nel bilancio sono limitati, ogni trasferimento di risorse ha un impatto sull’intera società. Tuttavia, grazie alla revisione della spesa, realizzeremo dei risparmi nel bilancio provinciale e li utilizzeremo per l’aumento salariale previsto. La decisione è stata preceduta da un importante confronto in seno alla Giunta provinciale. Per noi è importante che l’adeguamento salariale sia ripartito in modo socialmente equo.”
Aumenti differenziati: fino a 370 euro in più per i livelli più bassi
La proposta prevede un aumento salariale proporzionalmente maggiore per i livelli funzionali più bassi, con un incremento compreso tra 270 e 370 euro lordi al mese, a seconda della qualifica.
“Un approccio equo, perché i dipendenti con uno stipendio più basso hanno sentito molto di più la perdita di potere d’acquisto e perché una percentuale indifferenziata porterebbe a una distribuzione poco equa di questi fondi”, ha aggiunto l’assessora Amhof.
Se l’accordo sarà raggiunto, i fondi saranno inclusi nell’assestamento di bilancio e i nuovi stipendi entreranno in vigore con effetto retroattivo dal 1° gennaio 2025. Il pagamento una tantum potrebbe invece essere erogato già a metà anno.