Home Economia Lo chef di oggi? Un manager che sa cucinare – L’opinione di Elena Bonaldi

Lo chef di oggi? Un manager che sa cucinare – L’opinione di Elena Bonaldi

by Massimiliano Maglione

Elena Bonaldi, nota rappresentante della Confesercenti in Alto Adige, riflette su come la figura dello chef moderno si sia evoluta, sottolineando le sfide e le nuove competenze necessarie in questo ruolo sempre più complesso.

“Oggi non basta saper cucinare”, afferma Roberto Monte Presidente dell’Associazione cuochi Alto Adige, “gli chef devono essere veri e propri manager, in grado di gestire aspetti che vanno ben oltre la cucina”.

Secondo Monti, la collaborazione tra Confesercenti e l’Associazione Cuochi Alto Adige, formalizzata attraverso il nuovo protocollo d’intesa, rappresenta un passo importante per garantire che i cuochi siano preparati a affrontare il futuro. “La tradizione è fondamentale, specialmente in una regione come l’Alto Adige, ma è necessario combinare il rispetto delle radici con l’innovazione”, spiega.

Bonaldi mette l’accento su alcune delle nuove competenze richieste agli chef: “La sicurezza alimentare, la gestione dei budget e la leadership nel coordinare una squadra di lavoro sono abilità imprescindibili. Gli chef di oggi devono saper calcolare il costo di ogni piatto, capire come gestire le risorse in modo efficace e garantire che la loro attività sia sostenibile dal punto di vista economico”.

Ciononostante, Monti non manca di riconoscere l’importanza della passione per la cucina: “Nonostante tutte queste nuove responsabilità, la passione per il cibo rimane al centro del lavoro di ogni chef. E la tradizione culinaria altoatesina, con le sue radici profonde, continuerà a essere una guida”.

Infine, Monti riflette anche sul ruolo della tecnologia: “L’intelligenza artificiale può aiutare in aspetti come il marketing o la presentazione dei menù, ma non potrà mai sostituire la creatività e l’abilità umana nel combinare sapori e ingredienti. L’importante è che le innovazioni tecnologiche liberino gli chef dalle mansioni più ripetitive, permettendo loro di concentrarsi su ciò che sanno fare meglio: creare”.

Questo approccio, secondo Monti, potrebbe essere la chiave per garantire un futuro prospero alla gastronomia altoatesina, dove tradizione e innovazione possono convivere e rafforzarsi a vicenda.

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