Home Economia Gender Pay Gap 2025: più trasparenza salariale, più giustizia per le donne – anche in Alto Adige

Gender Pay Gap 2025: più trasparenza salariale, più giustizia per le donne – anche in Alto Adige

by Massimiliano Maglione

BOLZANO – «Chi svolge lo stesso lavoro merita lo stesso riconoscimento – anche nella retribuzione. Tutto il resto è semplicemente ingiusto». Con queste parole, la Consigliera di parità della Provincia autonoma di Bolzano, Brigitte Hofer, lancia un appello forte e chiaro in occasione della Giornata del Gender Pay Gap, che in Alto Adige cade l’11 aprile.

Secondo i dati diffusi da ASTAT, in Alto Adige le donne guadagnano in media il 17,3% in meno rispetto agli uomini. Un divario che non si limita allo stipendio mensile, ma si riflette su carriere più lente, pensioni più basse e minore indipendenza economica. Un’ingiustizia che, seppur illegale, continua a persistere sotto traccia.

Un problema sistemico, non individuale

Nonostante la parità retributiva sia sancita per legge, le differenze salariali a parità di ruolo e competenze sono ancora una realtà. Le cause? Ostacoli strutturali: lavoro di cura non retribuito, maggiore incidenza del part-time femminile, settori meno pagati e sottorappresentanza nelle posizioni dirigenziali.

«Non è colpa delle donne – è un sistema che va cambiato», sottolinea Hofer. Un’analisi condivisa anche dall’economista statunitense Claudia Goldin, Nobel per l’Economia 2023, secondo cui il divario salariale ha radici profonde nella gestione dei tempi di vita e lavoro. La sua conclusione è inequivocabile: senza parità di genere non può esserci vero progresso economico.

Una sentenza che fa scuola

A dimostrazione che il gender pay gap è tangibile e contestabile, il caso tedesco di Susanne Dumas – impiegata nel settore metalmeccanico – che ha portato in tribunale un’ingiustificata differenza salariale di 1.000 euro al mese, ottenendo ragione nel 2023. «È la prova che le donne possono difendersi – e vincere», commenta Hofer.

Una svolta dall’Europa: la Direttiva UE sulla trasparenza salariale

Il cambiamento è ormai all’orizzonte grazie alla nuova Direttiva UE 2023/970, che punta a smascherare le disparità retributive nascoste dietro a criteri opachi o discriminatori. Entro giugno 2026, tutti gli Stati membri dovranno adeguarsi, garantendo:

   •   indicazione delle fasce salariali negli annunci di lavoro,

   •   disponibilità di dati disaggregati sui salari medi,

   •   e monitoraggio e correzione delle differenze retributive di genere, in particolare nelle aziende con oltre 100 dipendenti.

«La trasparenza salariale non è un peso, ma un investimento nel futuro del lavoro», afferma Hofer. «È un passo necessario per costruire un’economia moderna, equa e attrattiva».

Alto Adige in prima linea

La Consigliera invita fin da subito tutte le aziende altoatesine, pubbliche e private, ad inserire le fasce retributive negli annunci di lavoro, come previsto dalla normativa europea. Un gesto di chiarezza che non solo favorisce l’equità, ma aumenta l’attrattività dell’azienda in un mercato del lavoro sempre più competitivo e attento ai valori. «Le nuove generazioni vogliono sapere quanto guadagneranno: la trasparenza è la chiave della fiducia».

Il messaggio è chiaro: il tempo della disuguaglianza è finito. È ora di agire – con coraggio, coerenza e giustizia.

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