La commissione Finanze del Senato ha approvato il riallineamento delle accise su benzina e gasolio, misura prevista dalla riforma fiscale del governo. Si tratta di un aumento compreso tra 1 e 2 centesimi al litro per il diesel, che, secondo i calcoli del Codacons, potrebbe comportare un aggravio di spesa tra i 245 e i 490 milioni di euro annui per gli automobilisti.
Perché aumentano le accise
Il riallineamento delle accise rientra tra le misure richieste dalla Commissione Europea per ridurre i cosiddetti “sussidi ambientali dannosi”. Il diesel, considerato più inquinante rispetto alla benzina, subirà un progressivo aumento della tassazione. La commissione Finanze ha sottolineato l’importanza di destinare le risorse derivanti dall’aumento al miglioramento del trasporto pubblico locale.
Tuttavia, l’intervento non è immediato. L’applicazione dell’aumento, inizialmente prevista per luglio 2025, potrebbe essere posticipata a gennaio 2026 tramite un decreto interministeriale che definirà i dettagli dell’attuazione.
L’impatto economico per gli automobilisti
In Italia, il 41,5% delle vetture in circolazione è alimentato a gasolio, pari a 16,7 milioni di auto. Un aumento di 1 centesimo al litro comporterà un maggiore costo di 0,61 euro su un pieno da 50 litri (inclusa l’Iva), mentre con un incremento di 2 centesimi l’impatto salirebbe a 1,22 euro a pieno. Complessivamente, il rialzo delle accise potrebbe costare ai proprietari di auto diesel fino a 490 milioni di euro all’anno.
Polemiche politiche
Le opposizioni hanno duramente criticato il governo, accusandolo di aver tradito le promesse fatte in campagna elettorale, quando aveva garantito una riduzione delle accise. Il Partito Democratico e Alleanza Verdi e Sinistra hanno attaccato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, definendo il provvedimento un ulteriore colpo agli automobilisti e alle imprese.
Dal canto suo, la maggioranza difende la misura. Giorgio Salvitti, senatore di Fratelli d’Italia, ha ricordato che il riallineamento risponde a precise esigenze ambientali e che le risorse saranno destinate a investimenti nel trasporto pubblico.
Le prossime tappe
Il decreto dovrà ora ricevere l’approvazione definitiva del Consiglio dei Ministri e successivamente essere tradotto in un decreto interministeriale per la sua attuazione. Resta aperta la possibilità di esentare alcune categorie dagli aumenti e di valutare ulteriori modifiche al provvedimento.
Se l’aumento verrà confermato, il dibattito rimarrà acceso tra chi considera la misura un passo necessario verso la transizione green e chi teme che possa rappresentare l’ennesimo peso per le tasche dei cittadini.