Prosegue senza sosta l’attività di controllo del territorio da parte dei Carabinieri di Laives. Durante la serata di ieri, nel corso di un servizio mirato alla prevenzione e al contrasto dei reati predatori, i militari hanno denunciato a piede libero due giovani cittadini stranieri, entrambi disoccupati e residenti in Romania, rispettivamente di 23 e 20 anni, per il reato di ricettazione in concorso.
L’episodio si è verificato intorno alle ore 21:50, quando una pattuglia della Stazione di Laives, in transito in via Alfred Nobel – zona industriale della città – ha notato una vettura con targa romena parcheggiata in un’area buia e isolata. A bordo del veicolo, uno dei due giovani sedeva al posto di guida con il motore spento, mentre l’altro era intento a rifornire l’auto tramite una tanica contenente gasolio, con modalità quantomeno insolite che hanno immediatamente insospettito i militari.
A quel punto, considerata la situazione anomala, i carabinieri – supportati da una squadra dell’Aliquota Operativa del NOR della Compagnia di Egna – hanno proceduto a un controllo più approfondito, eseguendo una perquisizione personale e veicolare.
L’esito del controllo ha confermato i sospetti: all’interno del bagagliaio dell’auto sono stati trovati numerosi beni di valore e attrezzature professionali, tra cui un trapano a percussione e uno scanner da parete della Hilti, entrambi con matricola identificativa, una chiave a pappagallo, cinque tastiere con relativi mouse, tre webcam, una tanica da 10 litri di gasolio e vari strumenti per il travaso del carburante.
Non avendo i due giovani fornito alcuna giustificazione plausibile sulla provenienza del materiale – che si presume essere frutto di furto – i Carabinieri hanno provveduto al sequestro degli oggetti e alla denuncia dei soggetti all’Autorità Giudiziaria per il reato di ricettazione in concorso, come previsto dagli articoli 648 e 110 del Codice Penale.
Sono attualmente in corso ulteriori accertamenti per risalire ai legittimi proprietari della refurtiva. Tra i primi riscontri, emerge la presenza di una bolla di accompagnamento riconducibile a un’azienda tedesca con sede a Monaco di Baviera.
L’attività investigativa dell’Arma prosegue per fare piena luce sull’episodio e verificare eventuali collegamenti con altri reati simili avvenuti in zona.