Home Cronaca Bolzano, minorenne arrestato per terrorismo: progettava un omicidio durante la “Settimana del Terrore”

Bolzano, minorenne arrestato per terrorismo: progettava un omicidio durante la “Settimana del Terrore”

by Massimiliano Maglione

Un’operazione della DIGOS di Bolzano, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni, ha portato questa mattina all’arresto di un 15enne altoatesino, accusato di gravi reati legati al terrorismo e alla criminalità informatica. Il giovane, attivo su gruppi Telegram di estrema destra, era coinvolto nella pianificazione di un attacco terroristico, previsto durante la cosiddetta “Settimana del Terrore”.

Le accuse: terrorismo, esplosivi e materiale pedopornografico

Il provvedimento di custodia cautelare in carcere, emesso dal Tribunale per i Minorenni di Bolzano, si basa su un quadro accusatorio estremamente grave. Il ragazzo dovrà rispondere dei seguenti reati:

   •   Partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo

   •   Fabbricazione e utilizzo di ordigni esplosivi

   •   Porto abusivo di armi

   •   Danneggiamento aggravato

   •   Detenzione e diffusione di materiale pedopornografico

Le indagini e la perquisizione

L’inchiesta è partita da un’attività informativa della DIGOS, che aveva già portato a una perquisizione nella casa del giovane, dove vive con la famiglia. Durante il controllo erano stati sequestrati:

   •   Due computer e uno smartphone, contenenti materiale sospetto.

   •   Un’ascia.

   •   Simboli legati a una setta neonazista e satanista suprematista, riprodotti su muri e veicoli nei pressi di un impianto sportivo, scelto come luogo per l’attacco.

Dai dispositivi elettronici sequestrati è emerso il forte coinvolgimento del minore in una rete estremista, attiva nel reclutamento e nell’organizzazione di atti terroristici.

Il piano criminale e il fermo della DIGOS

Il 15enne era entrato a far parte di un gruppo eversivo di estrema destra, dove venivano pianificate azioni violente. Il progetto principale prevedeva:

   •   Selezione di una vittima vulnerabile.

   •   Videoregistrazione dell’omicidio.

   •   Pubblicazione del filmato su un sito del Dark Web russo.

Nel corso delle indagini, è stato accertato che il minorenne aveva sperimentato un ordigno esplosivo rudimentale, filmando l’esperimento con il cellulare. Le sue ricerche online dimostravano un’approfondita conoscenza degli esplosivi e un’attitudine alla criptovaluta, utilizzata probabilmente per acquisti illegali.

L’intervento tempestivo della DIGOS ha impedito che il piano venisse portato a termine. Poco prima dell’irruzione degli agenti, il giovane ha inviato un messaggio nella chat del gruppo, scrivendo: “I have the fed on the door” (Ho la Polizia alla porta).

Collegamenti internazionali e contenuti violenti

L’arresto avviene in un contesto più ampio: nei giorni scorsi, in Inghilterra, un altro membro dell’organizzazione terroristica era stato fermato mentre tentava di attaccare un accampamento di senzatetto.

Dai dati recuperati sullo smartphone del minorenne emergono immagini e video di violenza estrema, tra cui:

   •   Omicidi e sparatorie scolastiche.

   •   Attentati terroristici e decapitazioni legate allo Stato Islamico.

   •   Materiale pedopornografico.

Le sue ricerche includevano domande disturbanti, come la percezione del dolore da parte dei terroristi suicidi durante il martirio.

Il trasferimento in carcere e le indagini in corso

Dopo le formalità di rito, il ragazzo è stato trasferito all’Istituto di Custodia Minorile di Treviso, in attesa di ulteriori sviluppi.

Le indagini, coordinate dalla DIGOS e dall’Autorità Giudiziaria, sono ancora in corso per ricostruire la rete di contatti del giovane e l’estensione dell’organizzazione terroristica.

Il commento del Questore di Bolzano

Sul caso è intervenuto il Questore di Bolzano, Paolo Sartori, evidenziando la gravità della situazione:

“Si tratta di una vicenda inquietante da qualunque punto di vista la si voglia analizzare: per la giovanissima età dell’arrestato, per i contesti eversivi e terroristici internazionali nei quali si è fatto coinvolgere e, soprattutto, per i concreti progetti di attentati ed omicidi che lui e i suoi accoliti stavano pianificando. Rimangono ora da chiarire aspetti fondamentali, come l’effettiva estensione della rete di complici e contatti. È su questi elementi che si concentrano ora le indagini della DIGOS e della Magistratura.”

Un caso senza precedenti per l’Alto Adige, che pone l’accento sulla pericolosità della radicalizzazione giovanile e sull’importanza della vigilanza delle forze dell’ordine per garantire la sicurezza pubblica.

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