Home Sanità SOS salute mentale: serve lo Psicologo di base nel sistema sanitario

SOS salute mentale: serve lo Psicologo di base nel sistema sanitario

by Massimiliano Maglione

Il 10 ottobre, in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale e della Giornata Nazionale della Psicologia, si è svolto al MUSEION di Bolzano un convegno di rilevanza straordinaria. L’evento, organizzato dall’Ordine degli Psicologi della Provincia di Bolzano, ha messo in luce le sfide future legate all’intelligenza artificiale e alla salute mentale. Tuttavia, ciò che ha catalizzato l’attenzione del pubblico è stata la proposta di introdurre lo psicologo di base all’interno del sistema sanitario, accanto al medico di famiglia.

La salute mentale è un tema sempre più pressante. Negli ultimi dieci anni, i disturbi psicologici sono quasi raddoppiati, complici anche la pandemia e i cambiamenti sociali. In Italia, i costi per la salute mentale rappresentano il 4% del PIL, un dato allarmante che sottolinea l’urgenza di interventi strutturati. L’OMS stima che globalmente si perdano 12 miliardi di giorni lavorativi ogni anno a causa di problemi mentali, con un costo di circa 1000 miliardi di dollari.

Nonostante queste cifre preoccupanti, il disegno di legge nazionale che mira a istituire lo psicologo di base è ancora fermo. La lentezza burocratica e l’apparente disinteresse dello Stato e di molte Regioni hanno ritardato l’approvazione di una misura che potrebbe ridurre l’impatto sanitario, sociale ed economico delle patologie mentali. L’assenza di fondi stanziati per questo progetto è un segnale chiaro che la salute mentale, sebbene cruciale, non viene trattata con la dovuta priorità.

L’importanza dello psicologo di base

La proposta dello psicologo di base è ispirata a modelli già operativi in diversi Paesi europei. Germania, Paesi Bassi e Regno Unito hanno integrato questa figura nel loro sistema sanitario nazionale, con psicologi che collaborano attivamente con i medici di famiglia e i pediatri. Il risultato? Una gestione più tempestiva ed efficace delle problematiche psicologiche, soprattutto nelle fasi iniziali.

In Alto Adige, la situazione è complessa. Mentre altre regioni italiane si sono mosse per garantire almeno un servizio di cure psicologiche primarie, la nostra provincia non sembra ancora all’altezza della sfida. Attualmente, circa 30.000 persone in Alto Adige soffrono di disturbi mentali, e la domanda di aiuto è in crescita costante. Un esempio lampante è il successo del bonus psicologico, che ha visto un boom di richieste, evidenziando il bisogno urgente di assistenza.

Le prospettive per l’Alto Adige

Nonostante alcuni passi avanti, come l’attivazione di un numero verde h24 per l’assistenza psicologica, è chiaro che questi interventi non sono sufficienti. Il settore sanitario è una competenza secondaria nell’ambito dell’autonomia altoatesina, e ciò significa che la provincia potrebbe agire autonomamente per integrare lo psicologo di base nel proprio sistema sanitario, senza aspettare ulteriori ritardi a livello statale.

Questo servizio non solo fornirebbe un supporto immediato e accessibile a chi ne ha bisogno, ma rappresenterebbe anche una forma di prevenzione, fondamentale per evitare che i disturbi mentali si aggravino. Integrare la cura della mente con quella del corpo è una necessità che non può più essere ignorata.

Un’urgenza da non sottovalutare

La pandemia ha esacerbato i problemi psicologici in tutta la popolazione, dai giovani agli anziani. La perdita di punti di riferimento, l’isolamento sociale e l’incertezza economica hanno avuto un impatto devastante sul benessere mentale di molti cittadini. In un contesto simile, continuare a trascurare l’importanza di un’assistenza psicologica strutturata e capillare rischia di far esplodere ulteriormente una crisi già in atto.

L’Alto Adige ha ora l’opportunità di fare un passo avanti, dimostrandosi una regione all’avanguardia nel riconoscere l’importanza della salute mentale. Ma per farlo, occorre passare dalle parole ai fatti, istituendo finalmente lo psicologo di base e garantendo a tutti l’accesso a un servizio che mai come oggi si rivela essenziale.

Il futuro della salute mentale dipende dalle decisioni che si prenderanno oggi.

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