Bolzano – Una nuova proposta di legge presentata da Fratelli d’Italia accende il dibattito sulla sicurezza del personale sanitario. Il partito di Giorgia Meloni ha presentato un’iniziativa che mira a contrastare il crescente fenomeno delle aggressioni contro medici e infermieri all’interno degli ospedali e degli ambulatori. La proposta introduce una sanzione che potrebbe far discutere: chi aggredisce un operatore sanitario rischia la sospensione del diritto a ricevere cure mediche per tre anni, salvo nei casi di emergenza vitale.
Il problema delle aggressioni a medici e infermieri ha assunto proporzioni preoccupanti in tutta Italia e, sebbene l’Alto Adige sia spesso considerato un’isola felice rispetto ad altre regioni, anche qui si sono verificati episodi di violenza contro il personale sanitario. Secondo il consigliere di Fratelli d’Italia Alessandro Forest, “la sicurezza di chi lavora per la salute pubblica deve essere una priorità assoluta. Non possiamo tollerare che medici e infermieri, già messi a dura prova da turni massacranti e da situazioni di forte stress, siano esposti al rischio di aggressioni fisiche e verbali. Chi commette questi atti non può pensare di continuare a beneficiare del sistema sanitario senza conseguenze.”
La proposta di Fratelli d’Italia prevede la sospensione delle cure sanitarie non urgenti per un periodo di tre anni, per tutti coloro che si rendono responsabili di aggressioni contro il personale sanitario. L’unica eccezione contemplata dalla legge riguarda le cure che risultano necessarie per la sopravvivenza del paziente, come ad esempio in caso di traumi gravi o malattie potenzialmente letali. Per tutti gli altri trattamenti, l’accesso al sistema sanitario pubblico sarebbe negato.
Reazioni e critiche
La proposta ha già suscitato reazioni contrastanti. Da una parte, molti cittadini e operatori sanitari hanno accolto positivamente l’iniziativa, vedendola come una misura necessaria per tutelare la loro sicurezza e la dignità del lavoro. I sindacati di categoria, pur apprezzando l’intento di proteggere i lavoratori del settore, hanno però espresso preoccupazione per le possibili ricadute legali ed etiche. “È giusto punire chi si rende responsabile di violenze, ma bisogna sempre garantire l’accesso alle cure essenziali a tutti”, ha dichiarato un rappresentante del personale infermieristico dell’ospedale di Bolzano.
D’altro canto, gli oppositori della proposta sottolineano che negare l’assistenza sanitaria, anche per un tempo limitato, potrebbe costituire una violazione del diritto alla salute, sancito dalla Costituzione italiana. I critici temono che una legge di questo tipo possa sfociare in discriminazioni, soprattutto nei confronti delle fasce più deboli della popolazione, che potrebbero non comprendere appieno le conseguenze delle proprie azioni.
Un problema in crescita anche in Alto Adige
Nonostante l’Alto Adige non sia tra le aree più colpite dalle aggressioni, il problema è in crescita anche nella provincia autonoma. Gli episodi di violenza all’interno degli ospedali e degli ambulatori locali sono in aumento, soprattutto nei pronto soccorso e nei reparti di emergenza, dove lo stress dei pazienti e dei loro familiari può facilmente degenerare in atti di aggressione. L’assessore del comune di Laives, Antonio Cantoro, ha dichiarato: “Bisogna ascoltare le voci degli operatori sanitari, e anche se non siamo ancora ai livelli di altre regioni italiane, è necessario agire subito per prevenire un’escalation.”
Secondo i dati forniti dall’Azienda Sanitaria dell’Alto Adige, negli ultimi anni sono stati registrati diversi casi di aggressioni verbali e fisiche contro il personale medico e infermieristico. Sebbene molte aggressioni non siano mai state denunciate, il trend appare in aumento, complice anche il clima di tensione e incertezza che ha accompagnato la pandemia da Covid-19.
Conclusioni
La proposta di Fratelli d’Italia promette di accendere il dibattito non solo in Alto Adige, ma a livello nazionale. Da una parte, c’è chi vede nella sospensione delle cure una giusta punizione per chi attacca coloro che ogni giorno si impegnano a salvare vite. Dall’altra, molti ritengono che negare l’assistenza sanitaria, anche solo temporaneamente, possa costituire una misura eccessiva, soprattutto in un paese come l’Italia, che ha sempre fatto della sanità pubblica un vanto di equità e universalità.
Nei prossimi mesi, il disegno di legge passerà al vaglio del Parlamento nazionale, dove non mancheranno certamente confronti accesi tra le forze politiche. In attesa di sviluppi, il messaggio di Alessandro Forest è chiaro: “Non possiamo più permettere che chi dedica la sua vita alla salute degli altri venga messo in pericolo da atti di violenza. È una battaglia di civiltà.”