giovedì, Ottobre 2, 2025
Home Cronaca Oppio spacciato per hashish: lavoratore stagionale denunciato a San Candido

Oppio spacciato per hashish: lavoratore stagionale denunciato a San Candido

by Massimiliano Maglione

Quello che sembrava un normale sequestro di hashish si è rivelato un caso ben più grave. Nel corso di un’operazione condotta il 18 agosto scorso, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di San Candido hanno fermato un lavoratore stagionale campano trovato in possesso di circa 65 grammi di sostanza stupefacente, confezionata in dosi e dall’aspetto identico alla resina di cannabis.

Le analisi hanno però svelato la realtà: solo 38 grammi erano effettivamente hashish, mentre i restanti 27 grammi risultavano essere oppio ad alta concentrazione di morfina, potente alcaloide appartenente alla famiglia degli oppiacei. Una scoperta che ha fatto scattare l’allarme, data l’estrema pericolosità della sostanza e la possibilità che venga scambiata per hashish.

Il lavoratore è stato denunciato a piede libero alla Procura della Repubblica di Bolzano per detenzione di stupefacenti.

Un rischio per la salute pubblica

I Carabinieri sottolineano i gravi rischi legati alla confusione tra le due sostanze: un consumatore convinto di assumere hashish si sarebbe trovato invece esposto agli effetti di un oppioide, con conseguenze potenzialmente letali. A differenza dei cannabinoidi, infatti, la soglia di rischio degli oppiacei è molto più bassa e può portare a overdose anche dopo un uso sporadico.

“È fondamentale – ribadiscono i Carabinieri di San Candido – che chiunque avverta sintomi sospetti dopo l’assunzione di sostanze chiami immediatamente il numero di emergenza 112. La rapidità dei soccorsi può fare la differenza tra la vita e la morte”.

La linea dura contro lo spaccio

L’episodio dimostra come il mercato della droga possa celare insidie sempre più pericolose. Le forze dell’ordine rinnovano quindi il loro impegno costante nella lotta al traffico di stupefacenti, invitando i cittadini a collaborare e a segnalare situazioni sospette.

“La sicurezza collettiva – concludono i militari – passa attraverso informazione, vigilanza e responsabilità condivisa”.

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