Un colpo da pistola ad aria compressa, una frattura multipla e un’infezione troppo grave per essere curata. È il triste destino di un piccione trovato ferito in via Roma a Bolzano e portato al CRAB, il Centro Recupero Avifauna locale, dove l’equipe veterinaria ha fatto di tutto per salvarlo. Inutilmente.
“Una signora ci ha consegnato l’animale con evidenti difficoltà a un’ala – racconta la dottoressa Anna Sturaro, esperta in animali selvatici –. Dopo aver somministrato un antidolorifico, lo abbiamo sottoposto a radiografia e abbiamo riscontrato una doppia frattura al metacarpo e alla falange dell’ala destra, già in fase avanzata d’infezione”.
A rendere ancora più grave il quadro clinico, la scoperta di un corpo estraneo incastrato nel corpo del volatile. “Dalla radiografia è emerso un piombino da 4,5 mm, tipico delle pistole ad aria compressa – spiega la veterinaria –. Una presenza che non lascia spazio a molti dubbi: qualcuno ha sparato al piccione, probabilmente in città”.
Nonostante le cure tempestive, l’infezione ossea era troppo avanzata per consentire una guarigione. Il piccione è stato soppresso con delicatezza per evitargli ulteriori sofferenze. Il caso è stato segnalato immediatamente al Servizio Forestale, al quale sono stati forniti tutti i dati e il materiale radiografico.
“Non possiamo affermare con assoluta certezza che la frattura sia stata causata direttamente dal piombino – chiarisce Sturaro – ma è altamente probabile. In ogni caso, il fatto che un animale sia stato colpito da un’arma ad aria compressa in un contesto urbano è grave e inaccettabile”.
Un gesto crudele e incomprensibile, che solleva interrogativi sulla sicurezza della fauna urbana e sulla necessità di una maggiore sensibilizzazione contro gli atti di violenza verso gli animali.